L’integrazione europea alla prova della “questione orientale”
Beniamino Caravita amava sostenere che l’allargamento europeo sul fronte orientale non fosse giustificabile solo sulla base di valutazioni di interesse né di efficienza del modello di integrazione. Il coinvolgimento dei paesi orientali nella costruzione eurounitaria fu essenzialmente il frutto di un debito culturale, la resipiscenza da un tradimento, più o meno voluto: l’abbandono oltre cortina di tutti i popoli a est di Vienna. Aprendo ad Oriente, l’Unione tentò di ricucire una ferita, che non è solo il lascito di Yalta. Ciò però impose di traghettare nel progetto unitario un insieme di esperienze culturali, politiche e giuridiche diverse e peculiari.